UN NUOVO MERCATO TRA CONDOMINI MINIMI E SOSTENIBILITÀ, INTERVISTA AD ALESSANDRO DE BIASIO

Febbraio 1, 2023

In Italia la sostenibilità è l’unica strada possibile per immaginare un futuro di crescita. Ma il modello italiano è tutto da costruire perché la piccola e media impresa, parte integrante del sistema, non ha voce e non è protagonista come dovrebbe. L’iper-frammentazione dell’industria delle costruzioni e del suo indotto sono l’anello più delicato e più fragile perché ha il collegamento diretto con l’utente finale. La soluzione? La rete. «La piccola e media impresa in rete è in grado di fare la differenza, soprattutto quando cresce all’interno di un gruppo come questo, con un marchio come quello di Gabetti Lab, società che si è candidata a soddisfare bisogni complessi mettendo a valore le specificità e il valore dei singoli», racconta l’amministratore delegato di Gabetti Lab, Alessandro De Biasio.

De Biasio, cosa intende per bisogni complessi?

Riqualificare il sistema-edificio implica il soddisfacimento di numerosi e diversificati bisogni che vanno dalla riduzione del fabbisogno energetico, al miglioramento della sicurezza degli edifici, includono il taglio delle emissioni di Co2, il miglioramento del comfort abitativo, incluso il decoro, la qualità del progetto. Bisogna raggiungere una serie di target. E i bisogni complessi richiedono soluzioni complesse, che a loro volta richiedono un sistema di competenze. Questa è l’equazione su cui Gabetti Lab ha costruito la visione. Noi abbiamo costruito una filiera, abbiamo messo a sistema tutti quegli attori che di solito il cliente finale vede come singoli operatori all’interno del mercato.

Chi c’è in questa squadra Gabetti Lab?

General contractor, amministratori di condominio, imprese, progettisti, partner di tecnologia, partner di servizi, asseveratori. Tutti gli attori che sono in grado di portare volare all’interno del processo. Li abbiamo mappati, selezionati e definito una procedura operativa per essere il più efficienti e trasparenti possibile. Abbiamo messo a terra questo metodo fruendo dell’enorme vantaggio dei benefici fiscali.

Quindi tutto è iniziato con la cessione del credito?

Quattro anni fa la cessione del credito è stata un’intuizione geniale, ha democratizzato l’accesso alle detrazioni fiscali che fino a quel momento non funzionavano, soprattutto nel mercato condominiale dove vivono l’80% degli italiani. Noi oggi garantiamo al condominio un’unica interlocuzione che mette a sistema tutti gli attori, razionalizza i passaggi e rende possibile ridurre i rischi tracciando tutto il processo. Le detrazioni non funzionavano perché buona parte dei componenti dell’assemblea aveva un lavoro precario piuttosto che una pensione, il “vantaggio” di una detrazione in 10 anni non veniva colto favorendo in molti casi transazioni non trasparenti. Oggi la riqualificazione è un tema accessibile a tutti e ha oltretutto completamente eliminato il “nero”. Il mercato lo ha capito e noi ci candidiamo a migliorare la qualità della vita delle persone che ci danno fiducia e che vivono e/o lavorano nei condomini che amministriamo.

Il bilancio di Gabetti Lab?

Oggi amministriamo oltre 20mila condomini, oltre un milione e mezzo di persone con la nostra rete. La nostra idea è riqualificarli, manutenerli con soluzioni innovative e completare l’offerta anche con la creazione di servizi di welfare condominiale. Questi i nostri numeri: 432 cantieri chiusi o in esecuzione e ben 259 in avvio i prossimi mesi. Migliaia di persone in cantiere con le stesse performance  su tutto il territorio nazionale, assicurate da una procedura operativa omogenea. Abbiamo raggiunto i due miliardi di portafoglio nonostante i continui e spesso incomprensibili cambi di rotta del legislatore che hanno determinato gravissimi danni al mercato e a tutta la filiera. Sia chiaro, non discuto le regole del gioco che vanno sempre rispettate, contesto fermamente l’incertezza a cui siamo strutturalmente condannati, con una iper-proliferazione normativa che danneggia la stragrande maggioranza di operatori qualificati e onesti e mette a repentaglio la reputazione di tutto il comparto. In tutto questo leggo un’assoluta mancanza di rispetto per gli imprenditori, problema atavico di questo Paese, perché senza impresa non c’è creazione di valore e senza creazione di valore non c’è nessuna redistribuzione possibile.

Dobbiamo decidere solo con quanto ritardo capirlo.

Un vero e proprio “metodo Gabetti Lab”?

Che punta tutto sulla rete: dalle competenze al processo. Come detto, partiamo dal nostro mercato: la piccola e media impresa. Ci sono essenzialmente due possibilità: la prima è che l’impresa artigiana “fa da sè” con il processo amministrativo, l’organizzazione del cantiere e la lettura delle norme. L’altro caso è che si faccia aiutare da Gabetti Lab. Noi abbiamo creato un “modello di Rete” che offre al condominio un’unica interfaccia operativa, generalmente conosciuta come general contractor. Tengo a sottolineare che nel caso di Gabetti Lab il GC opera all’interno di un contesto codificato e governato da Gabetti Lab, dove gli attori hanno ruoli e pesi diversi ma pari dignità.  Parliamo, dunque, di un unico contratto che prevede progettazione e realizzazione delle opere e questo è già un elemento di semplificazione e tutela del cliente finale. Dietro il general contractor si muove tutta la filiera: dal punto di vista tecnico, amministrativo, fiscale e asseverativo. Questa razionalizzazione ci ha messo nelle condizioni di individuare, durante il processo, il segmento critico, non bloccando tutto il procedimento. Proponiamo una procedura in 10 step, riduciamo il margine d’errore: occhi diversi con ruoli diversi verificano lo stato della pratica, in sostanza lavoriamo riducendo drasticamente i rischi, non potendo parlare in assoluto di rischio zero perché non sarebbe serio.

Una rete capillare e locale e un “centro” che coordina. Operiamo in tutta Italia con la stessa performance: mi piace rappresentare questo concetto con una battuta, parliamo inglese e dialetto. Stiamo sul cliente, nel suo territorio che approcciamo con rispetto, con i nostri green team locali che curano l’iniziativa a livello micro, quindi una procedura gestita in loco e coordinata dal centro. Siamo l’unico operatore che presidia end to end tutto il processo: dalla generazione delle opportunità agli studi di fattibilità, dalla progettazione alla realizzazione, dalla fornitura delle tecnologie ai finanziamenti, dalle asseverazioni alle assicurazioni.

Il vostro ruolo nel mercato sui condomini minimi?

Siamo un partner determinante per i grandi general contractor, in diversi casi rappresentiamo più della metà del loro fatturato. La nostra media cantiere che gestiamo è di circa due milioni, ma abbiamo anche cantieri da 10, 20, 30 milioni. I grandi operatori preferiscono concentrare la propria attenzione sui grandi progetti, rimane quindi non presidiato l’enorme mercato dei condomini minimi, la classica palazzina cielo terra. Un mercato distribuito e capillare dove vivono decine di milioni di italiani, un’opportunità di business straordinaria perché parliamo di un mercato aciclico in quanto meno soggetto alle variazioni normative. Abbiamo quindi capito di poter gestire questo business in house. Abbiamo messo a punto una business unit all’interno di Gabetti Lab facendo leva sulla nostra esperienza diventando quindi un general contractor per questo specifico segmento di mercato.