«Con i contratti in via di sottoscrizione riqualificheremo oltre 3mila unità immobiliari che sommate alle quasi 23mila già in cantiere (finito o in esecuzione) si arriverà alle 26mila unità riqualificate da Gabetti Lab», racconta l’amministratore delegato di Gabetti Lab, Alessandro De Biasio. Un numero enorme che nessun altro operatore può nemmeno immaginare.
Tra i fattori positivi vi sono da registrare la riduzione delle emissioni nocive nell’ambiente, l’abbassamento delle bollette delle utenze, ma soprattutto, la riduzione di quella famosa evasione fiscale per cui il nostro Paese è stato più volte redarguito dai mercati internazionali e dalla Commissione europea.
Infatti, con lo sconto in fattura applicato ai bonus, anche quelli minori, si elimina il lavoro nero e lo Stato recupera parte degli investimenti attraverso Iva e tassazione sui profitti delle imprese, professionisti e altri addetti dell’intero indotto.
In Italia la sostenibilità è l’unica strada possibile per immaginare un futuro di crescita e la ristrutturazione degli immobili italiani è una priorità del nostro sistema Paese.
La gestione di tutte le agevolazioni fiscali previste per condomini e unità immobiliari che sostengono le spese per interventi di riqualificazione energetica e/o di ristrutturazione sono una priorità e un ambito di pertinenza, frutto della lunghissima esperienza, di Gabetti Lab.
Benché di superbonus si senta parlare sempre meno e, complice il blocco della cessione del credito, Gabetti Lab ha messo a punto il suo “prodotto ibrido”. Il decreto 11/23 sul Superbonus 110, elimina per il cliente la cessione del credito come forma di pagamento, ma non cancella le norme di riqualificazione del patrimonio abitativo italiano.
Nella riconversione del decreto che porta al decalage delle aliquote Superbonus per i prossimi tre anni si ha davanti un orizzonte “chiaro” di tre anni nel quale operare.
In questo contesto Gabetti Lab ha un vantaggio competitivo, i fattori critici sono gestiti e governati da anni e su grandi numeri. La risposta della prima e più importante Rete di imprese e professionisti nell’ambito della gestione sostenibile degli immobili italiani, è una nuova strategia perché la riqualificazione è un asset per il futuro.
Inoltre, in Parlamento continuano le audizioni nell’ambito delle indagini conoscitive sugli effetti economici e sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
Lo scorso 17 maggio sono stati ascoltati in VIII Commissione alla Camera i rappresentanti di Oice (Organizzazioni di ingegneria e consulenza), il presidente Giorgio Lupoi e il direttore generale Andrea Mascolini che hanno evidenziato pregi e difetti della misura fiscale messa a punto con il Decreto rilancio, ma anche le prospettive evolutive dei bonus alla luce degli obblighi europei che dovranno vederci impegnati nella scelta e perseguimento di una strategia nazionale.
Prendendo in considerazione i numeri, Oice ha rilevato che grazie ai bonus edilizi si è registrato un incremento del Pil sia nel 2021 che nel 2022. Secondo Istat il valore aggiunto delle costruzioni nei due anni è stato rispettivamente del +20,7% e +10,2%.
Infine, è fondamentale chiedersi quale sarà l’impatto della direttiva europea “Case green” sul mercato immobiliare. In generale, la direttiva genererà un aumento del divario tra il patrimonio riqualificato, che vedrà una domanda in costante crescita e un relativo aumento del valore, e il patrimonio non riqualificato che invece subirà un calo della domanda con conseguente diminuzione del valore. Gran parte del patrimonio edilizio residenziale in Italia è stato costruito prima del 1990, edifici vetusti con la necessità di un risanamento profondo.
Secondo il report a cura dell’Ufficio Studi Gabetti e Gabetti Lab con la riqualificazione energetica dell’immobile è possibile abbattere il consumo al mc di gas del 38% e risparmiare il 43% in un anno. Dallo studio emerge inoltre che l’abbattimento del fabbisogno energetico medio stimato è del 51%, il risparmio energetico medio stimato è del 46%. A confermare questi valori positivi vi è anche il salto di classe energetica medio che è stato stimato intorno a 3.